Chiave Italiano
odf///office:document-content[0]/office:body[0]/office:text[0]/text:p[0]/text:span[0] Conoscere lo stato del proprio benessere, cancellare le abitudini sbagliate, avere una nuova consapevolezza di sé, rinnovarsi con percorsi mirati e scegliere la miglior strategia per il benessere.
odf///office:document-content[0]/office:body[0]/office:text[0]/text:p[1]/text:span[0] È bello stare bene!
odf///office:document-content[0]/office:body[0]/office:text[0]/text:p[2]/text:span[0] L’antigene prostatico specifico (PSA) è una proteina prodotta dalle cellule della prostata che ha il compito di rendere più fluido il liquido seminale dopo l’eiaculazione, agevolando il movimento degli spermatozoi nel tratto genitale femminile.<g id="0"/>Piccoli livelli di questo enzima sono fisiologicamente presenti a livello sanguigno, ma questi tendono ad aumentare in seguito all’insorgenza di patologie legate alla prostata. Proprio per questo motivo il dosaggio nel sangue di PSA consente di valutare lo stato di salute generale della prostata e di rilevare eventuali anomalie nella funzionalità di questo organo. Di conseguenza, monitorare periodicamente i livelli di PSA, soprattutto negli uomini con più di 50 anni di età, rappresenta un’importante attività di prevenzione e screening nei confronti di diverse patologie a carico della prostata, tra cui prostatite, ipertrofia prostatica benigna e tumori.<g id="1"/>La misurazione dei livelli di PSA viene fatta tramite un test rapido con prelievo di sangue capillare. Un esito negativo del test esclude con buona probabilità alterazioni nella funzionalità della prostata. In seguito ad esito positivo dell’esame, invece, si consiglia una visita urologica, al termine della quale lo specialista potrà valutare se effettuare nuovamente il test, prescrivere una terapia per sospetta prostatite, o effettuare ulteriori esami di screening o diagnostici (come, ad esempio, biopsia o risonanza magnetica). In ogni caso bisogna sempre tenere a mente che i livelli di PSA tendono fisiologicamente ad aumentare con l’età, e che l’assunzione di alcuni farmaci (come dutasteride o finasteride) e alcune condizioni (come infezioni urinarie in corso, esami specifici invasivi effettuati nei mesi precedenti al test, o attività fisica/sessuale svolta nelle 48 ore precedenti al test) possono alterare l’esito del test.
odf///office:document-content[0]/office:body[0]/office:text[0]/text:p[3]/text:span[0] Quindi, ricordiamo di non prendere appuntamenti qualora siano presenti queste ultime condizioni.